Recensione: Il valzer degli alberi e del cielo

«Esistono parole per esprimere la sensazione che provo vedendo per la prima volta un quadro di Vincent? Rimango sbalordita, muta pietrificata, come se avessero appena aperto l'Arca dell'Alleanza e io avessi avuto una rivelazione, come se avessi infine scoperto ciò che da sempre mi è stato tenuto nascosto»

Il valzer degli alberi e del cielo
di Jean - Michel Guenassia
Salani

Trama
«Sono Marguerite van Gogh. La signora Marguerite van Gogh. La moglie di Vincent. Sono vecchia e stanca, sto per andarmene, ma non rimpiangerò questa terra. Ritroverò Vincent e staremo insieme per sempre».
Nella torrida estate del 1890, a Auvers-sur-Oise, un uomo si presenta a casa del dottor Gachet: dall’aspetto, Marguerite, figlia del medico, lo scambia per uno dei tanti braccianti agricoli che lavorano nella zona. L’uomo è Vincent van Gogh, e per Marguerite, che ama dipingere ma si dibatte tra l’insoddisfazione di non riuscire a creare nulla di apprezzabile e una condizione di figlia predestinata a un matrimonio borghese, egli assume, giorno dopo giorno, le fattezze del maestro, del genio, dell’amore. Guardandolo dipingere, la giovane vede ora i paesaggi in cui è cresciuta – le case dai tetti di paglia, le acque del fiume, i fiori, gli alberi, il cielo – con nuovi occhi: la potenza della vera arte si dispiega davanti a lei, mentre la relazione con Vincent si fa sempre più stretta, più pericolosa e infine fatale. Mettendo insieme, come nel Club degli incorreggibili ottimisti, potenza del racconto e verità documentaria, e consegnandoci pagine di vera poesia quando assistiamo insieme a Marguerite alla nascita dei capolavori di van Gogh, Guenassia fa rivivere l’epoca d’oro degli impressionisti e getta una nuova luce sulla tragica fine dell’artista e sui misteri che circondano alcune delle sue opere; e lo fa come sempre da un’angolatura originale, tratteggiando ancora una volta un’indimenticabile figura femminile.





Immaginatevi di camminare nella campagna francese sul finire del 1800. Scorgete in lontananza un pittore e avvicinandovi sbirciate la tela. Quello che vedete è rivoluzionario, impressionate, meraviglioso. Avete davanti a voi Vincent Van Gogh che dipinge ed è la cosa più incredibile che abbiate mai visto. Ecco, leggendo questo meraviglioso romanzo nato dalla penna di Jean - Michel Guenessia mi è sembrato di poter vivere un momento del genere. Perché questo autore riesce a farci vedere con occhi stupiti e incantanti un grande maestro dell'impressionismo all'opera.

«Ciò che vedo non è né banale né tranquillo, sono spighe e alberi che vibrano come se fossero vivi e abbarbicati alla vita, con il vento che li sommuove, il giallo che guizza dappertutto e il verde che trema»

Ho avuto il piacere di poter parlare con l'autore e di intervistarlo per SmashNews (QUI trovate il mio articolo) in occasione di Tempo di Libri e a margine dell'incontro sono riuscita a dirgli quanto le sue parole mi abbiano emozionata e coinvolta.


"Il valzer degli alberi e del cielo" è un romanzo dirompente che ci mostra un artista incredibile con gli occhi della donna che lo ha amato: Marguerite. È lei la voce narrante, è lei che ci accompagna alla scoperta dell'uomo e dell'artista, è lei la voce rivoluzionaria del racconto.

Dal libro di Guenassia edito da Salani emerge una donna che sta stretta nelle convinzioni dell'epoca, una donna che vuole scegliere chi amare, che vuole seguire la sua strada anche se non è contemplata la figura femminile nell'Accademia delle Belle Arti, una donna capace di inseguire il suo amore e di dire no a un matrimonio sicuramente agevole, ma non desiderato. Vincent viene tratteggiato come un uomo dedito alla pittura, un artista che lavora sodo, che si impegna a vivere l'arte come un impegno costante. Sogna di dipingere, si sveglia e dipinge. Non fa altro, o per lo meno d'altro fa molto poco.


Lo stile narrativo è particolare e, a mio parere, vincente. L'autore ha infatti deciso di alternare la narrazione a parti di articoli dell'epoca o di lettere, per poter contestualizzare meglio il periodo. Il risultato è che il libro diventa più scorrevole e le pagine scorrono una dopo l'altra, senza che le interruzioni siano da intoppo, ma  - semmai - da corollario.

Un libro che ci fa dare uno sguardo privilegiato a un grande artista e che ci fa perdere dentro a un quadro di Van Gogh, da cui sarà difficile (e spiacevole) emergere.

Buona lettura



1 commento :

  1. Anche a me il libro è piaciuto molto. Una interpretazione nuova della figura mitica di Vincent van Gogh.

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