Recensione: Ogni tuo silenzio

Rivedo Aris, di spalle, nella sua falegnameria, mentre solleva il pesante cubo di legno e si volta verso di me, all’improvviso. L’ho amato fin da quel primo istante.

Ogni tuo silenzio
di Laura Mercuri
Bookme

Trama
Emilia, 26 anni, arriva a Bren dall’Abruzzo, con un vecchio trolley scozzese e pochi soldi in tasca. In quel paesino da cartolina arrampicato tra le montagne di un Nord sconosciuto, cerca l’occasione per lasciarsi alle spalle il passato e ricominciare. Ma è l’amore che trova, quando il suo sguardo curioso si posa per la prima volta sul corpo alto e sottile di Aris, sugli occhi azzurrissimi, sui capelli biondi e ribelli. Aris è il falegname del paese, conduce una vita in sordina, appartata e un po’ misteriosa, ma i suoi silenzi nascondono torrenti di emozioni e tra le sue dita forti e nervose il legno assume forme perfette, sensuali. Lentamente, Emilia e Aris si abbandonano a un’attrazione profonda, che li consuma e li completa con la stessa dolce furia. Ma qualcosa o qualcuno nel loro passato lotta per riacciuffarli, mentre nuovi ostacoli sorgono a minacciare la loro felicità. Saprà il loro legame superare le menzogne e i tradimenti, vincere l’invidia e guarire la solitudine? Con un linguaggio semplice e schietto, Laura Mercuri racconta luci e ombre dell’animo umano in una favola moderna destinata a lasciare il segno nel cuore di ogni lettore.




 Visto che a parole non mi salvo, parla per me, silenzio, ch’io non posso. (J. Saramago)

Non poteva esistere epigrafe più idonea ad aprire questo romanzo (Ogni tuo silenzio di Laura Mercuri - edito BookMe) e ad annunciare il protagonista principale della storia: il silenzio. Un silenzio che può far male ma che spesso, invece, è complicità, scambio, amore.

Andarmene da quella che è stata la mia città per ventisei anni è stato facile. Con una valigia con le rotelle, una sacca di tela e quel po’ di soldi che mia madre ha messo da parte per me, sono saltata su un treno e via.

Emilia, giovane donna che scappa da una famiglia che non sente più sua, dopo la morte della madre: un padre che la vuole (in tutti i sensi) al posto della moglie defunta, dei fratelli che la trattano come una serva. Lei, che vuole solo vivere serena e donare tutto l’amore di cui è capace. In più ama i libri… non si può che volerle bene.

Di spalle scorgo un ragazzo biondo, tanto magro che i vestiti sembrano pendergli addosso […]. Poi, quasi avesse sentito il mio sguardo, si volta all’improvviso e mi vede. Per un attimo avverto l’istinto di staccarmi dalla vetrina e di scappare via, ma il suo sguardo è un lampo d’azzurro e mi inchioda.

Aris, ventitré anni, è il falegname del paese. Vive insieme alla vedova di suo padre, per puro spirito di dovere e di riconoscenza. Bastano poche righe per rimanere affascinati da lui, dal suo sguardo, dalle sue mani che lavorano con perizia e amore il legno dei suoi mobili. Dai suoi silenzi.

Lui non ha bisogno delle parole e quasi non è più bisogno nemmeno io, quando sono con lui.

Il silenzio diventa parte integrante della loro storia perché aspetto fondamentale della personalità di Aris. Emilia non ne è spaventata, anzi, lo accetta e lo fa suo: non hanno bisogno di molte parole perché riescono a leggere l’uno nello sguardo dell’altra.

Scendo dal pullman e vedo subito le case bianche coi tetti di legno a spiovente e i balconcini pieni di fiori. Tutto sembra pulito e ordinato, come se una gigantesca attenta al minimo dettaglio avesse messo ogni cosa al posto giusto.

Bren, paesino (quasi) sperduto nelle valli trentine, tanto accogliente nel suo stato naturalistico quando freddi e scostanti sono i suoi abitanti. Non tutti, per fortuna. Non Benedetto e Linda, i proprietari del bar frequentato da Emilia. Non Emma la fioraia e sua figlia Giorgia. 

Aris smette di parlare e mi guarda. Due lacrime mi hanno solcato le guance. Ci alziamo insieme, incontrandoci al centro della stanza e aggrappandoci l’una all’altro.

Lungo tutto il romanzo aumenta l’affetto provato per i due protagonisti principali, ma contemporaneamente cresce nel lettore una sensazione di pericolo: la paura che arrivi qualcosa, o qualcuno, a mettere scompiglio nella loro vita.

Dopo un tempo interminabile, Michael riagganciò e subito alzò entrambi i pollici, con un gran sorriso di sollievo stampato in volto. Poi allargò le braccia per accogliere la moglie, la strinse a sé accarezzandole i capelli, lasciando scorrere tra le dita la lunga coda di cavallo e baciandola sulla testa.

Una storia piacevole, che fa sognare, sospirare, sperare. Due protagonisti a cui subito ci si affeziona e per i quali si vorrebbe il classico lieto fine.

La scrittura della Mercuri è scorrevole e il suo stile ben si adatta al genere. Ha la capacità di creare quella suspense, quel nodo in gola che lega il lettore alle pagine del libro, così come il silenzio di Aris lo lega a Emilia. Forse avrei voluto fosse approfondito il legame di Emilia con il padre e i fratelli, accennato con il primo, lasciato molto all’immaginazione con gli altri.
Ma decisamente una lettura da ricordare e da consigliare.

- Annalisa - 



Posta un commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.

Contenuti © Virginia Leoni - Le Recensioni della Libraia

© Le recensioni della libraia. Designed by Digital Butterfly